A seguito della rapida diffusione del contagio da Coronavirus in Italia e dalle disposizioni emanate dalle autorità sanitarie, molti uffici hanno deciso di lasciare i propri collaboratori a casa. Grazie alla tecnologia infatti, è semplice trasformare meeting già programmati in conference call o video call e, per i nostri figli, avviare classi virtuali per un apprendimento “smart”.

Come dice giustamente e autorevolmente Ilaria Capua su La Stampa:

Durante il picco dell’epidemia le scuole potrebbero lasciare a casa i propri allievi e sostituire l’insegnamento diretto con piattaforme tipo Skype o FaceTime. Le aziende potrebbero attuare il tele-lavoro e anche piccole azioni quotidiane come smettere di fare la spesa possono avere una grande incidenza nel blocco della diffusione del virus: si potrebbe ad esempio potenziare la consegna a domicilio. È ovvio e assolutamente fondamentale, seguire regole base come lavarsi le mani e, nel caso non si stia bene, evitare di frequentare luoghi affollati. La regola deve essere la seguente: proteggere gli altri per proteggere se stessi e lavorare con intelligenza (tutti insieme) per arginare il contagio. Persino il medico che deve visitare un paziente potrebbe farlo da remoto, attraverso un computer. Esistono, e in questo momento più che mai vanno adottati, strumenti validi per contrastare i virus frapponendo una barriera tra noi e loro. E soprattutto non c’è tempo per fake news o teorie del complotto: questa è un’emergenza sanitaria che non ci riguarda come singoli, ma come comunità e sistema Paese. E noi abbiamo il dovere di essere parte della soluzione e non del problema.

C’è, però, un problema che non avevo considerato:

Coniugi in conference call costante, che si spostano da una stanza all’altra della casa, provocheranno più danni del virus!

E così che mi ritrovo bloccata nella casa in montagna – un posto molto piacevole, circondato dalle Dolomiti dell’Agordino – a condividere gli spazi con marito e figli. Ci sarà da adattarsi velocemente, per non perdere concentrazione e serenità, per allenarci a questa nuova situazione.

Famiglie in smartworking

Da grande sostenitrice della condivisione, in questa situazione di “disagio”, seppur alleviata dall’ambiente circostante, mi sento di richiamare tutti gli smartworkers all’unione e alla solidarietà, anche con un po’ di ironia che non guasta mai. Servirà a tutti noi per uscire dal temporaneo isolamento in cui ci troviamo.

Lasciamo stare fake news, complottismi, improvvisati virologi che imperversano sui social da qualche giorno: uniamoci con il sorriso, condividiamo questa esperienza di nuove abitudini e anche di preoccupazione per la salute nostra e della nostra comunità. Vinceremo o perderemo tutti insieme, con il sorriso! 

Come state vivendo questa situazione, avete cambiato le vostre abitudini? Fatemi sapere nei commenti.

Buon smartworking e smartlearning a tutti noi adulti e ai nostri figli!

In questi giorni di isolamento e di grave crisi per tutti, ho pensato a come rendermi utile. L’emergenza Covid-19 ha cambiato per sempre il modo in cui fruiamo i servizi.
Non solo. Tutte le ipotesi su clienti, cicli di vendita, di relazione e di comunicazione valide fino a poco tempo fa, non funzionano più. Se pensi possa esserti utile un confronto cone me, leggi qui.