In Italia lavora meno di una donna su due, con un tasso di abbandono del mondo del lavoro al 25% dopo il primo figlio. Secondo gli ultimi dati a disposizione del Ministero del Lavoro e Ispettorato, nel 2016 le dimissioni volontarie per genitori con figli fino a 3 anni d’età sono state 37.738; di questi, 29.879 sono donne, il 79%.

conciliazione vita-lavoro

La Lombardia è in testa con un numero altissimo di dimissioni convalidate, ben 8.850. Tra le donne, che sono state 6.767, quasi la metà (3.105) si sono licenziate per mancato accoglimento al nido, assenza di parenti di supporto e elevata incidenza dei costi di assistenza del pargolo.

Tante, ancora troppe se si considera che la Lombardia garantisce una delle reti di nidi e supporto tra le più sviluppate in Italia.

Per le donne ritornare al lavoro dopo la nascita di un figlio è sempre più difficile in tutte le regioni d’Italia, anche in quelle dove solitamente l’occupazione femminile è maggiore rispetto alla media nazionale. Alla base restano i problemi da affrontare quando si prova a conciliare lavoro e cura della famiglia nei primi anni di vita di un bambino, tra costi alti per i nidi, stipendi bassi e nonni, spesso ancora occupati, che non possono badare ai nipoti.

Per contrastare questa situazione che penalizza non solo le donne lavoratrici, ma tutta l’economia, il Consiglio per le Pari opportunità (CPO) di Regione Lombardia, presieduto da Letizia Caccavale, istituisce il primo riconoscimento “Parità virtuosa. Buone pratiche di conciliazione Vita-Lavoro in Lombardia, rivolto ad Associazioni imprenditoriali, sindacali e singole imprese che mettono in campo azioni virtuose capaci di garantire effettive condizioni di parità in tema di conciliazione vita – lavoro sul territorio lombardo.

“I dati dell’Ispettorato nazionale del lavoro lo dicono chiaramente: sempre più lavoratrici e lavoratori faticano a conciliare i due ambiti e i licenziamenti “volontari” sono in aumento”, dichiara Letizia Caccavale che dall’ottobre 2018 presiede il CPO di Regione Lombardia: “Con questo progetto vogliamo testimoniare l’attenzione di Regione Lombardia a questa problematica, premiando e raccontando le best practice di chi nella quotidianità agevola concretamente i collaboratori a conciliare il lavoro con la famiglia o la vita privata. Nella convinzione di poter anche far nascere positive contaminazioni di idee e networking virtuosi”.

consiglio-parti-opportunità-lombardia

CPO Regione Lombardia, da destra Letizia Caccavale, Anna Maria Passaggio, Camilla Sartori, Alessandro Fermi, Paola Macchi, Donata Bertazzi, Francesca Zajczyk, Ilaria Nascimbene

Tre i criteri principali con cui il CPO valuterà le candidature:

  1. Welfare aziendale: ad esempio l’asilo aziendale, congedo parentale di maternità e paternità, voucher per baby-sitter e caregiver;
  2. Welfare organizzativo come lo smart-working, part-time, flessibilità oraria;
  3. Tempi inclusivi dell’Organizzazione come l’orario delle riunioni, turni, slow-working.

Chi può candidarsi

Possono candidarsi: Unioncamere Lombardia, Associazioni imprenditoriali e sindacali, singole imprese con una sede nel territorio della Regione Lombardia e con un numero minimo di dipendenti pari a 10 persone.

Come candidarsi

Basta seguire le indicazioni fornite a questo link.

Riconoscimento

Le azioni meritevoli di riconoscimento saranno raccontate e valorizzate con onorificenze simboliche in occasione dell’evento di premiazione che si terrà, presso il Consiglio regionale della Lombardia (Palazzo Pirelli a Milano), entro la fine del 2019.

Scadenza candidature: 18 ottobre 2019

_________________________________________________________________

Il Consiglio per le pari opportunità della Lombardia (CPO):
è previsto come organo di garanzia dall’art. 63 dello Statuto di Autonomia, con il compito principale di valutare l’applicazione di norme antidiscriminatorie, verificare l’attuazione del principio di parità ed operare per la diffusione della cultura della parità.

Contatti: cons.pariopportunita@consiglio.regione.lombardia.it / 02/67482374 – 67486354