In questa #IntervistaCaffè ho il grande piacere di incontrare Federica Floris, psicologa ed esperta in neuropsicologia clinica e riabilitativa, che insieme ad una socia, ingegnere con esperienze informatiche, ha fondato una startup, ALOS, con lo scopo di favorire lo sviluppo di canali comunicativi alternativi per tutte quelle persone con gravi disabilità comunicative.

Grazie Federica per condividere con i lettori di questo blog la tua esperienza in ALOS e più in generale con i bambini/ragazzi con disabilità intellettiva.

Federica Floris, amministratore unico e co-founder di ALOS

Federica Floris, amministratore unico e co-founder di ALOS

Ci racconti come e’ nata l’idea della tua startup ALOS?

Ciao Alessandra, da più di dieci anni mi occupo di sviluppare progetti riabilitativi efficaci per persone con autismo e disabilità intellettiva, con l’obiettivo di dare loro spazi di inclusione e partecipazione in contesti per noi quotidiani, ma che per diversi motivi, a volte, per loro, non sono accessibili.

In diverse occasioni ho incontrato bambini e ragazzi/giovani adulti che presentavano difficoltà nella comunicazione e ho iniziato a studiare i sistemi alternativi per favorire lo sviluppo di canali alternativi, come la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), che comprende sistemi basati sull’utilizzo di immagini.

Con questi sistemi di solito si inizia con supporti cartacei e poi si passa a software di diverso tipo. Utilizzando i diversi applicativi già disponibili, mi sono resa conto che spesso non erano pensate e strutturate in modo specifico per l’utilizzatore finale.

Ho iniziato così a studiare le caratteristiche del linguaggio in particolare nell’autismo (ecolalia, inversioni pronomiali, idiosincrasie, difficoltà nella sintassi, quindi la comprensione e l’uso degli elementi sintattici del linguaggio, e difficoltà semantiche, cioè il volume del dizionario personale della persona, che comprende i concetti, le parole e i significati che queste rappresentano) e a cercare di visionare quanti più prodotti esistenti per verificare se ci fosse una proposta con caratteristiche simili all’idea che avevo in mente.

Da questa ricerca è nata l’idea di ALOSpeak e della struttura logica che lo caratterizza. Una sera ad una pizzata con amici ero seduta vicino ad Alessandra Piaggio (sorella di una delle mie più care amiche) le ho accennato all’idea e il giorno dopo abbiamo iniziato a programmare… e poi abbiamo fondato la nostra startup innovativa.

Qual e’ la formazione tua e della tua socia e la vostra esperienza lavorativa prima di ALOS?

Io sono una psicologa e sin dall’università ho iniziato a lavorare con bimbi con diverse disabilità e questa resta la mia principale esperienza lavorativa, che cerco di integrare al meglio con ALOS; e la cosa non è poi così difficile, visto che la nostra startup è una SIAVS (startup innovativa a vocazione sociale), e se parliamo di impatto sociale e sensibilizzazione dei contesti questo va sicuramente di pari passo con la mia “prima” professione.

Alessandra è un ingegnere e lavora nel settore informatico da 7 anni presso una società multinazionale che offre soluzioni software e servizi in diversi ambiti. Ha coltivato una passione personale per il mondo delle applicazioni per dispositivi mobili, incominciando la sua esperienza di sviluppatrice su piattaforma Android, passione che poi ha riversato in ALOS.

Ci racconti qualche esperienza con ragazzi con disabilità intellettiva, quali sono le maggiori difficoltà e come si crea il rapporto di fiducia con voi operatori?

Non ho una formula precisa, credo che si debba partire da una fondamentale onestà intellettuale ed etica e una preparazione specifica sulle tecniche riabilitative, per non pretendere troppo, non pretendere troppo poco, e cercare di impostare interventi che permettano l’espressione al meglio delle potenzialità di ognuno, senza mai trascurare i bisogni e desideri individuali.

Federica Floris nel suo studio

Federica Floris nel suo studio

E in alcune situazioni raggiungi risultati sorprendenti che ti lasciano a bocca aperta. Ad esempio, Enrico (nome di fantasia), la prima volta che l’ho incontrato aveva 10 anni, mi ha tirato un calcio ed è scappato giù per le scale… ho fatto la corsa più veloce della mia vita e l’ho “ripreso” prima che varcasse il cancello e finisse in strada. Era molto difficile riuscisse a stare in una stanza seduto o che portasse a termine anche semplici compiti.

A scuola, naturalmente, era un problema, e le maestre e la famiglia erano disperate.

Ci siamo posti un obbiettivo concreto ma impegnativo: far sì che Enrico riuscisse a stare quante più ore possibili in classe e che potesse fare anche le superiori, perché la scuola deve essere uno dei principali contesti inclusivi.

Abbiamo così iniziato a fare attività per lui piacevoli (giocare a palla nel campetto) strutturando il tempo e definendo regole precise che abbiamo aumentato nel tempo. Siamo poi passati ad aumentare il tempo di permanenza seduti alla scrivania, sfruttando la sua passione per la musica: guardavamo i video online delle sue canzoni preferite e lui doveva avere la pazienza di aspettare che il video finisse per richiederne un altro. Ogni volta aumentavamo il numero di video. E abbiamo continuato ad aumentare le richieste e le attività. Enrico ha imparato così a stare in un contesto con regole comportamentali definite e a stare seduto in classe.

Il primo anno di superiori la scuola, con la nostra collaborazione, aveva stilato un programma che prevedeva ben 25 ore di frequenza…

Davvero molto esplicativa questa tua esperienza che spiega la complessità del tuo lavoro. Quali sono i tuoi prossimi passi per il lancio commerciale del vostro prodotto?

Stiamo rielaborando i dati di una ricerca per valutare le ricadute di ALSOpeak sui livelli di autonomia e l’efficacia espressiva così da pubblicare alcuni articoli.

A livello qualitativo abbiamo già dei buoni riscontri, mi viene in mente un bimbo con importanti difficoltà comunicative e che spesso in stanza con la logopedista e la neuropsicomotricista non riusciva a stare al tavolino e a fare o richiedere attività. Abbiamo personalizzato ALOSpeak per le sue necessità e in un mese la situazione è completamente cambiata: riusciva a chiedere le cose, a comunicare le necessità e ad effettuare le attività proposte dalle terapiste.

Stiamo presentando il nostro progetto a diverse associazioni che si occupano di persone con disabilità e autismo per farne conoscere le potenzialità e la facilità di utilizzo.

Inoltre, presenteremo ALOS anche alla TIM Inclusione Week di Genova a fine novembre, vista anche l’uscita a gennaio della versione iOS.

Con le nostre piccole forze cerchiamo di sostenere al meglio la nostra idea..

Grazie mille per il tuo interessamento al progetto, Alessandra.

Grazie a te Federica per l’interessante #intervistacaffè e per averci aperto un mondo sulla disabilità comunicativa che affligge molti bambini e giovani in tutto il mondo. La tecnologia può essere un grande acceleratore di innovazione sociale per le fasce più deboli della società.

 

Federica Floris, psicologa ed esperta in neuropsicologia clinica e riabilitativa, ha un’esperienza decennale nell’ambito della disabilità intellettiva e i disturbi dello spettro autistico.
Sviluppa progetti nell’ambito della riabilitazione sociale e comunicativa per persone che presentano importanti difficoltà comunicative.
È amministratore unico e co-founder di ALOS, startup innovativa a vocazione sociale.
Federica Floris
Co-founder di ALOS