#IntervistaCaffè con Francesca Bartolino di CrowdFundMe, piattaforma di Equity Crowdfunding
Questo blog affronta spesso il tema degli strumenti di finanziamento per le startup e le PMI innovative. Oggi, per la prima volta, intervistiamo una professionista che opera nell’equity crowdfunding per conoscere piu da vicino le opportunità e i rischi di questo strumento.
Questa #IntervistaCaffè e’ dedicata a Francesca Bartolino, marketing and communication specialist per CrowdFundMe, un’importante piattaforma di equity crowdfunding italiana.
Innanzitutto grazie Francesca per la tua disponibilità a condividere la tua esperienza in questo Blog. Ci racconti in cosa consiste l’equity crowdfunding e a chi si rivolge, in termini di aziende e investitori che possono farne uso.
Grazie a te Alessandra per avermi dato l’opportunità di poter parlare del potenziale dell’equity crowdfunding e di quanto CrowdFundMe, la prima piattaforma in Italia per numero di investitori, sta portando avanti con le sue attività.
L’equity crowdfunding si rivolge a chi vuole investire in società non quotate, innovative e con alta potenzialità di crescita. Gli investimenti che vengono effettuati tramite l’equity crowdfunding sono adatti a chiunque creda in progetti innovativi di determinate società e voglia farne parte, senza per forza essere esperti di finanza. Il bello del crowdfunding, infatti, è il suo essere profondamente inclusivo in quanto aperto e accessibile a tutti: sia persone fisiche, sia aziende. Con l’equity crowdfunding non esiste una vera e propria barriera di ingresso per gli investimenti legata al patrimonio, come avviene nella maggior parte degli investimenti finanziari, oltre al fatto che l’interazione tra gli investitori e i team delle società è più frequente e immediata.
Interessante l’aspetto dell’accessibilità che evidenzi. Nella tua esperienza, che differenze ci sono tra startup e PMI, in termini di utilizzo dell’equity crowdfunding? Le condizioni sono le stesse, sia lato azienda che lato investitore?
Non ci sono differenze sull’utilizzo del crowdfunding tra startup e PMI innovative. Le società che oggi possono intraprendere delle campagne possono quindi essere indiscriminatamente startup, startup innovative, PMI e PMI innovative, previo accertamento dello status dell’impresa secondo il registro imprese.
Quali sono i principali rischi e le opportunita’ per chi intende rivolgersi all’equity crowdfunding? In particolare, tutte le startup o PMI secondo te possono far ricorso a questo strumento di finanziamento o in certi casi e’ meglio seguire altre forme di finanziamento?
Gli investimenti tramite equity crowdfunding sono finalizzati alla sottoscrizione del capitale di rischio di una società, pertanto non vi è alcuna garanzia del successo di tale operazione. L’ammontare del capitale investito può essere perduto tutto o in parte a seconda dell’andamento futuro della società il cui capitale viene sottoscritto, per questo è bene che l’investitore sia consapevole e convinto della propria decisione di investire nelle società.
A parte questo tipo di discorso, intrinsecamente legato alla natura degli investimenti stessi che di per sé hanno un’alta percentuale di rischio, non vi sono altri rischi veri e propri, né per le società che effettuano l’aumento di capitale, né per gli investitori, in quanto qualora la campagna non si concludesse con successo, ovvero non si raggiunge l’obiettivo iniziale stabilito, tutti gli investimenti vengono restituiti a chi li ha effettuati.
Dal punto di vista delle società, invece, il vantaggio dell’equity crowdfunding non sta solo nell’aumento di capitale, ma anche nell’usufruire della campagna marketing che la piattaforma ha portato avanti per la società durante la campagna stessa. CrowdFundMe in particolare crede molto in questo aspetto, infatti le società che effettuano una campagna di raccolta con noi godono di grande visibilità e sono continuamente esposte mediaticamente a livello nazionale attraverso quotidiani, interviste radio o tv, per far conoscere la loro storia e i loro servizi agli investitori, ma anche a tutti i possibili interessati ai prodotti della società stessa o a potenziali partner istituzionali o commerciali, come già avvenuto in passato.
L’equity crowdfunding non è uno strumento adatto per tutti gli stadi o settori o tipologie di aziende. Non è una strada percorribile ad esempio in fase seed. In generale ogni situazione di ciascuna impresa va valutata caso per caso e non è possibile generalizzare, per questo in fase di valutazione aiutiamo gli imprenditori a chiarirsi le idee.
Parliamo degli investitori ora. Secondo te, chiunque può investire in equity crowdfunding? Quali sono gli importi minimi di investimento e che garanzie ci sono per l’investitore di essere sempre aggiornato sullo sviluppo della società?
I benefici dell’equity crowdfunding sono molteplici: da un lato l’investitore può entrare in contatto con le realtà più promettenti del tessuto imprenditoriale italiano, dall’altro può scoprire nuove opportunità di investimento al di fuori dei tradizionali strumenti finanziari e diversificare il proprio portafoglio includendo società innovative.
Tutti possono essere potenziali investitori, indipendentemente dal risultato del test di appropriatezza effettuato prima dell’investimento, l’investitore può comunque investire. Questo test è richiesto per verificare il livello di conoscenza ed esperienza dell’investitore per comprendere i rischi dello strumento finanziario che intende acquistare. Una volta comunicato l’esito del test, (“appropriato” o “inappropriato”) l’investitore è libero di procedere in ogni caso con l’investimento. E’ da sottolineare che chi investe può perdere quanto investito, come dichiariamo sempre. Si tratta sempre di investimenti ad alto rischio ma con guadagni proporzionali al rischio stesso.
Gli investitori possono monitorare l’andamento della società in vari momenti del suo sviluppo e tramite diversi canali:
- alla sezione update sulla pagina di dettaglio progetto nel sito CrowdFundMe
- attraverso comunicazioni periodiche all’investitore via mail da parte di CrowdFundMe, insieme a aggiornamenti e notizie di avvenimenti importanti
- tramite comunicazione ufficiale annuale all’investitore via mail da parte dell’azienda, con presentazione dei risultati di business e bilanci di esercizio;
- grazie alla newsletter di CrowdFundMe con avvenimenti di particolare interesse pubblico
Inoltre l’investitore può richiedere di poter comunicare con il team della società per avere informazioni e/o partecipare alla vita della stessa.
Il chip minimo d’investimento viene stabilito dalla piattaforma insieme alle società che di volta in volta iniziano una campagna. In generale tutti i valori sono proposti dagli imprenditori ma vengono valutati poi insieme a noi grazie alle competenze che il team di CrowdFundMe ha maturato in tre anni di esperienza fatti di centinaia di valutazioni di proposte, errori, ricalibramenti e anche successi.
Interessante Francesca. Ma l’investitore puo’ contribuire alle decisioni strategiche e partecipare quindi alla vita dell’azienda?
Il grado di coinvolgimento degli investitori nelle decisioni aziendali è definito dall’ imprenditore.
Se si ritiene di poter contribuire per dare un valore aggiunto alla società su cui si è investito, non bisogna far altro che mettersi in comunicazione con la società o richiedendo una partecipazione più attiva. Bisogna ricordare che in questa fase iniziale, le startup spesso si concentrano sulla loro crescita, e potrebbero non necessitare delle competenze dei soci all’inizio; tuttavia gli imprenditori apprezzano sempre suggerimenti e proposte di supporto da parte dei loro investitori. Sicuramente, la condivisione del progetto con amici, colleghi e famigliari aiuta ad accrescere il loro profilo.
Gli imprenditori più visionari generalmente puntano all’ equity crowdfunding proprio perché permette loro di attingere all’entusiasmo, alle competenze e al network degli investitori che decidono volontariamente di finanziare un progetto imprenditoriale senza ricevere nulla in cambio nel breve termine ma puntando sul lungo termine. Del resto gli investitori che si avvicinano all’equity crowdfunding dimostrano di avere estrema fiducia ed entusiasmo verso il team e l’idea e quindi proprio per questo meritano di essere coinvolti.
L’eventuale coinvolgimento burocratico per il diritto di voto dei nuovi soci è un argomento ampio che dipende di caso in caso.
Considerando ancora gli interessi dell’investitore, come viene valutata l’azienda che avvia una campagna di equity crowdfunding? Viene effettuata una due diligence da parte di società di consulenza specializzate?
Non sempre è possibile fare una vera e propria due diligence, in quanto si tratta di progetti giovani. Nell’equity crowdfunding è il mercato stesso che approva la valutazione presentata da CrowdFundMe investendo oppure no nei progetti.
Noi diamo all’imprenditore consigli basati sul nostro sentimento commerciale sempre dovuto ai nostri tre anni di esperienza.
La valutazione di una società definisce il valore della stessa sul mercato e considera sia il patrimonio e i ricavi attuali, sia la performance economica nel futuro. Nel caso dell’equity crowdfunding, le società sono startup o PMI con un progetto innovativo che in futuro potrebbe raggiungere livelli di performance economiche molto elevate. Per questo motivo, la valutazione delle società si basa sia sugli asset materiali e immateriali che la società possiede, sia sulla validità e il potenziale del modello di business. La valutazione viene definita prima della campagna dalla società insieme al team CrowdFundMe e i suoi partner tecnici.
Ci racconti come e’ nata Crowdfundme, le operazioni concluse, come si sta sviluppando?
Mi rifaccio a quanto mi ha riportato Tommaso Baldissera Pacchetti, CEO di CrowdFundMe, che mi ha raccontato come questa avventura sia nata ai tempi dell’università, in cui Tommaso si chiedeva come potesse uno studente lontano dai grandi centri finanziari come Roma, Milano o Torino, raccogliere capitali per una sua idea senza doversi muovere fisicamente ogni volta per promuovere la sua startup. E’ nata così l’idea di creare una ‘vetrina’ dove chiunque potesse mettere la propria idea ed entrare così in contatto con gli investitori. Approfondendo gli studi, Tommaso ha poi appreso che tutto questo si chiamava Equity Crowdfunding e così ha deciso di lanciarsi in questo grande progetto insieme agli altri co-founders.
Al momento i grandi obiettivi per il 2018 sono la raccolta di capitali per più di 30 società e il lancio del mercato secondario che deve diventare il nostro punto di forza: dare cioè la possibilità a chi abbia investito in una società di poter disinvestire quel capitale in maniera rapida ed agevole, se ad esempio lo volesse nuovamente investire in una nuova startup.
Il nostro macro obiettivo è invece quello di creare informazione e cultura nel mondo dell’Equity Crowdfunding: puntiamo a far diventare CrowdFundMe il punto di riferimento in questo ambiente.
C’e’ qualche caso di successo che ci vuoi raccontare?
Certo! Tra le campagne che hanno avuto maggior successo, CleanBnB rappresenta sicuramente uno dei casi più belli da raccontare! Dopo l’ottima campagna del 2016, ha recentemente raccolto 500k euro. Si tratta di una startup italiana che si occupa di affitti brevi: gestisce ad oggi centinaia di appartamenti in oltre trenta località italiane e con questa raccolti fondi sicuramente si espanderà in maniera importante, per la gioia di tutti coloro che ne sono diventati soci grazie a CrowdFundMe.
Un’ultima domanda, visto che sei l’unica donna del team, quali sono le principali sfide, se ce ne sono, nel lavorare in un ambiente prevalentemente maschile, in un settore, quello del Fintech, dove le donne sono ancora una minoranza?
Sicuramente è un’esperienza sfidante, è vero che sono l’unica donna del team ma sarebbe potuto essere peggio senza alcuna donna! CrowdFundMe sta cercando di avvicinare sempre più donne al tema finanziario in generale e il mio ingresso in azienda fa parte di questo progetto. Insieme a Carlo Valentini, Responsabile marketing di CrowdFundMe, stiamo infatti collaborando con l’associazione SheTech, il PoliHub, Linkiesta e alcune investitrici che hanno già dato la loro disponibilità a fornire contenuti e a partecipare alle nostre iniziative. Già da qualche mese si possono leggere i primi articoli in collaborazione con Linkiesta di Francesco Cancellato, che ringrazio molto. E in effetti dall’avvio di questo progetto il numero di investitrici è aumentato della metà. Ora vogliamo dare un’ulteriore accelerazione per portare casi di successo concreti da presentare al prossimo GammaForum.
Personalmente poi sono sempre stata appassionata e interessata al tema dell’imprenditoria al femminile e sostengo fortemente la presenza delle donne nel settore innovazione e digitale più in generale, partecipando attivamente ad esempio alle manifestazioni di associazioni che hanno proprio questo grande focus.
Senza dubbio c’è ancora un gap molto forte nella presenza di donne non solo nel fintech, ma anche nella finanza tradizionale.
Credo che progetti come il nostro possano fare la differenza se vogliamo davvero che le donne acquistino un ruolo sempre più centrale sia nella finanza (anche in quella alternativa) sia in tutti gli altri settori.
Per quanto riguarda il team, i miei colleghi (Tommaso, Benedetto, Carlo e Giancarlo) sono ragazzi dalle competenze molto diversificate e complementari che si integrano di continuo e da cui sto imparando molto. E’ molto divertente lavorare in team con loro e in generale con una squadra composta prevalentemente da uomini, mi forniscono punti di vista differenti da quelli che probabilmente potrebbe darmi un team al femminile.
Una precisazione che è bene fare: al momento non crediamo sia corretto parlare di CrowdFundMe come fintech vero e proprio, avrà più senso definire fintech la piattaforma quando svilupperemo ulteriormente la sezione dedicata allo scambio di quote… su cui avremo presto altro da raccontare!
Grazie Francesca per questa intervista, le informazioni che hai dato sono molto interessanti e spero utili per quanti sono incuriositi dall’equity crowdfunding e desiderano avvicinarsi a questo strumento finanziario sia come investitori che come aziende.
La prima #IntervistaCaffè e’ finita e vi diamo appuntamento alla prossima su questo Blog!