Il tema della sostenibilita’ ambientale e sociale sta sempre piu entrando negli obiettivi strategici e nella governance delle nostre aziende. Uno studio di Banor SIM, società di investimento immobiliare con oltre 3 miliardi di euro in gestione, e la School of Management del Politecnico di Milano evidenzia che le società industriali con maggiore rating ESG, quindi brillanti negli ambiti Environment, Social e Governance, registrano le migliori performance di fatturato, marginalità operativa e dividend yield (quest’ultimo e’ il rapporto tra l’ultimo dividendo annuo per azione e il prezzo in chiusura dell’anno di un’azione ordinaria).

L’acronimo ESG è composto da tre parole (enviroment, social and governance) che a loro volta rappresentano tre dimensioni di sensibilità e responsabilità sociale. La prima è quella dell’ambiente, che comprende l’attenzione ai cambiamenti climatici, le emissioni di CO2 (biossido di carbonio), l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, gli sprechi e la deforestazione. La seconda, quella sociale, include le politiche di genere, i diritti umani, gli standard lavorativi e i rapporti con la comunità civile. La terza dimensione, la governance, è relativa alle pratiche di governo societarie, comprese le politiche di retribuzione dei manager,  la composizione del consiglio di amministrazione, le procedure di controllo, i comportamenti dei vertici e dell’azienda in termini di rispetto delle leggi e della deontologia.

“Come dimostra la ricerca – ha spiegato Giancarlo Giudici della School of Management del Politecnico di Milano – integrare criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di attenzione verso tutti gli stakeholders con i modelli tradizionali di analisi finanziaria value-based può dare vantaggi ai gestori e agli investitori. Sono sempre di più le imprese che investono nelle buone pratiche ESG, nella convinzione che questo possa rappresentare un vantaggio competitivo di medio-lungo termine”. Massimilano Cagliero, ad di Banor SIM ha aggiunto che: “Di fatto è importante riconoscere che una correlazione ci sia e che questo inneschi un circolo virtuoso nell’economia reale, con la conseguente spinta sulle aziende quotate ad adeguarsi per attirare investitori”.

E’ interessante notare che sono sempre di più le imprese italiane che stabiliscono al loro interno delle modalità organizzative per gestire la sostenibilita’ ambientale, sociale e di governance.

governance

Secondo la ricerca “CdA e politica di sostenibilità”  – elaborata in collaborazione tra ALTIS, CSR Manager Network e Assonime, il 73% delle aziende del FTSE MIB ha individuato all’interno del Consiglio di Amministrazione delle modalità per gestire gli aspetti di sostenibilità. E oltre il 70% ha inserito obiettivi socio-ambientali nel proprio piano strategico.

Questi dati evidenziano un aumento, rispettivamente, di più del 40% e del 30% rispetto a una precedente ricerca del 2013. Lo studio si basa su una survey cui hanno risposto 23 delle 40 imprese quotate sul FTSE MIB e 12 aziende del segmento STAR.

Inoltre, il 24% delle aziende analizzate ha scelto di costituire dentro al Consiglio un apposito comitato composto esclusivamente da membri interni al CdA, con un ruolo attivo in ambito ESG. Questo per dare maggior forza all’azione di governo aziendale sul tema della sostenibilità e responsabilità sociale.

Una notizia che ha destato una certa sorpresa, e’ che l’Italia fa molto meglio della media in termini di trasparenza sui parametric ESG. Questa conclusione emerge dal recente report “Ftse4Good 15-year anniversary report: Past, present and future of sustainable investment” , realizzato da Ftse Russell in occasione del quindicesimo anniversario del Ftse4Good, uno dei più celebri indici etici.

Le aziende italiane più trasparenti in ambito ESG 🇮🇹

Mediamente il 30 per cento delle società rivela specifiche informazioni quantitative sulle proprie politiche ambientali, sociali e di governance. L’Italia fa molto meglio della media, posizionandosi al quinto posto con il 59%. In testa c’è la Grecia (69 per cento), seguita da Finlandia (67 per cento), Portogallo e Spagna (60 per cento). Alle spalle delle nostre imprese, le società norvegesi, ungheresi, francesi e olandesi. C’è da dire, però, che i campioni analizzati sono molto diversi tra loro. I panieri di Grecia e Portogallo ad esempio erano composti solo da cinque aziende, quello italiano da 27. Le imprese francesi erano 77 e britanniche 132. La classifica riguarda tutte le 2.923 società a grande e media capitalizzazione incluse nel Ftse All-World Index, che riguarda 45 paesi. Di seguito la tabella:

# Paese Trasparenza su temi Esg Ambiente Società Governance N. aziende
1 Grecia 69% 70% 75% 58% 5
2 Finlandia 67% 77% 68% 31% 13
3 Portogallo 60% 60% 71% 22% 5
4 Spagna 60% 63% 70% 25% 29
5 Italia 59% 62% 68% 29% 27
6 Norvegia 57% 72% 53% 28% 9
7 Ungheria 57% 62% 62% 33% 4
8 Francia 56% 65% 66% 16% 77
9 Paesi Bassi 48% 58% 53% 16% 24
10 Colombia 47% 51% 51% 24% 11

Il tema della responsabilità sociale, ambientale e di governance e’ valorizzato dalle politiche di investimento e finanziamento europee, che premiamo quelle aziende innovative che hanno tra i propri obiettivi strategici prodotti, processi, modelli di business orientati alla sostenibilità di medio-lungo periodo.

Numerosi sono i bandi e i premi Horizon 2020 rivolti a queste aziende, non solo per una questione etica, ma perché garantiscono una società futura più equa, attenta ai rischi climatici ed ambientali e, non ultimo, un’economia più performante in termini economici e finanziari.