E’ di oggi – 2 maggio 2018 – la dichiarazione di Carlos Moedas, il commissario europeo per la scienza, la ricerca e l’innovazione, circa il prossimo bilancio europeo 2021-2027, in cui il piano Horizon Europe con i suoi 100 miliardi di euro rappresenterà il più grande programma europeo di investimenti mai realizzato (l’attuale Horizon 2020 e’ di 77 miliardi di euro).

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Questo programma si inserisce nel quadro del Bilancio a lungo termine dell’Unione Europea, le cui principali novità, così come espresse nel comunicato della Commissione Europea, sono le seguenti:

  1. un aumento di quasi 9 volte degli investimenti in trasformazione digitale e network per raggiungere i € 12 miliardi (integrati dall’investimento sostenuto dal fondo InvestEU tramite prestiti, garanzie e altri strumenti finanziari);
  2. più del doppio per i programmi per i giovani (come ERASMUS+ con 30 miliardi di euro e il Corpo europeo di solidarietà con 1,3 miliardi di euro), compresi 700 milioni di euro per sostenere i pass Interrail per i giovani;
  3. quasi tre volte le spese per la gestione delle frontiere esterne, la migrazione e l’asilo, per raggiungere circa 33 miliardi di euro, dagli attuali 13 miliardi di euro, che potrebbero finanziare 10.000 guardie di frontiera entro il 2027 per l’Agenzia europea di guardia costiera e di frontiera;
  4. un aumento degli investimenti in ricerca e innovazione del 50%, con 100 miliardi di euro riservati ai programmi di punta Horizon Europe ed Euratom;
  5. un aumento degli investimenti in sicurezza del 40% fino a raggiungere i 4,8 miliardi di euro e creare un fondo di difesa di 13 miliardi di euro per integrare e catalizzare la spesa nazionale nella ricerca e nello sviluppo di capacità. Gli investimenti necessari per facilitare la mobilità militare in tutta l’UE saranno finanziati con 6,5 miliardi di euro attraverso il meccanismo per collegare l’Europa;
  6. il rafforzamento dei finanziamenti per l’azione esterna del 26% fino a raggiungere € 120 miliardi, con particolare attenzione al vicinato dell’Europa e al mantenimento di una riserva specifica per far fronte alle sfide emergenti, in particolare nel settore della stabilità e della migrazione. Al fine di integrare i programmi finanziati dal bilancio dell’UE nel settore della difesa, l’Alto rappresentante propone di creare un fondo per la pace europeo da € 10,5 miliardi non finanziato per rafforzare il possibile impegno congiunto nei paesi terzi.

COSA SONO I BILANCI A LUNGO TERMINE

I bilanci a lungo termine fanno parte del funzionamento dell’Unione europea dal 1988 e hanno coperto periodi variabili da 5 a 7 anni:

  • Il primo bilancio a lungo termine, il cosiddetto pacchetto Delors I, ha riguardato gli anni 1988-1992 e si è concentrato sulla creazione del mercato unico e sul consolidamento del programma quadro pluriennale per la ricerca e lo sviluppo;
  • Il secondo pacchetto a lungo termine 1993-1999, il pacchetto II di Delors, ha dato priorità alla politica sociale e di coesione e all’introduzione dell’euro;
  • Il bilancio a lungo termine “Agenda 2000” copriva il periodo 2000-2006 e si concentrava sull’allargamento dell’Unione;
  • Il bilancio a lungo termine per il periodo 2007-2013 ha dato priorità alla crescita sostenibile e alla competitività, al fine di creare più posti di lavoro;
  • Il bilancio a lungo termine 2014-2020 mirava a far crescere le persone e l’economia in crescita, in linea con la strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
  • Il bilancio a lungo termine proposto per il periodo 2021-2027 è un bilancio nuovo, moderno e pragmatico per l’Unione a 27. Si tratta di un bilancio chiaro, semplice e flessibile concepito per affrontare le principali priorità e politiche che forniscono il massimo valore aggiunto europeo. In altre parole: è un budget che investe in un’Europa che protegge, potenzia e difende – come richiesto dal presidente Juncker nel suo discorso sullo Stato dell’Unione del 2016. Riducendo moderatamente i finanziamenti nei programmi della politica agricola comune e della politica di coesione, la proposta risponde anche in modo equo ed equilibrato alle conseguenze di bilancio del ritiro del Regno Unito, un importante contributo al bilancio dell’UE.