Nella storia del genere umano prevale chi sa collaborare e improvvisare
In questi giorni prefestivi, in attesa di qualche giorno di relax in famiglia, mi e’ capitato di riflettere sull’importanza dell’empatia e del valore del “riconoscimento” verso i propri colleghi e collaboratori per il lavoro svolto, per l’impegno e per i risultati raggiunti.
E’ un concetto molto semplice ed intuitivo, ma spesso come accade in molti casi, difficile da attuare. Un segno di gratitudine vale molto di più di un riconoscimento economico o di una promozione e non comporta nulla se non un atto di gentilezza, ma prima ancora, di empatia, ascolto e collaborazione. Non sempre e’ facile mostrare quell’umiltà necessaria per avvicinarsi agli altri, per riconoscere un lavoro svolto o un obiettivo raggiunto. Quest’attitudine e apertura mentale e’ invece un segno di grande spessore umano e intellettuale, che può portare le organizzazioni, piccole o grandi che siano, così come un team, a fare quel salto qualitativo così tanto enfatizzato nei business plan e nelle strategie aziendali.
A volte nella semplicità di un gesto sta la riuscita di un progetto, il futuro di un team, il successo di un’organizzazione. La notizia positiva e’ che non costa nulla, se non la buona volontà e la capacita’ di relazionarsi con gli altri, che significa in primo luogo saper ascoltare e dare una risposta nell’interesse collettivo di un gruppo.
Esistono ormai diversi studi che associano l’empatia alla leadership: non sei un leader efficace se non sai ascoltare, se non sai sviluppare quella fiducia che e’ alla base di ogni relazione umana.
Quante volte capita di rifiutare una proposta di collaborazione, negare un’opportunità di incontro o di condivisione per motivi di rigidità nelle proprie posizioni, di un preconcetto o di orgoglio? Sono situazioni che viviamo in molti contesti, lavorativi e non, che non aiutano la crescita, l’apprendimento, la scoperta di modi nuovi di lavorare e collaborare.
Come ultima riflessione, due parole sul coraggio, l’elemento essenziale per superare quelle barriere che a volte si creano tra le persone, che non permettono di aprirsi, ascoltare e collaborare. Il coraggio e’, a mio avviso, la più importante delle qualità umane, perché e’ alla base di quell’attitudine positiva di apertura verso l’esterno, verso gli altri. Senza coraggio non c’e’ fiducia, non ci sono relazioni di crescita personale e collettiva. Senza coraggio non c’e’ sperimentazione, predisposizione a rischiare, a mettersi in gioco, ad uscire dalla propria zona di comfort.
Mi piace chiudere con questa citazione di Charles Darwin:
Nella lunga storia del genere umano (e anche del genere animale) hanno prevalso coloro che hanno imparato a collaborare ed a improvvisare con più efficacia.