A volte penso a quando, un giorno, la stanchezza o la pigrizia saranno più forti della curiosità, di quella costante tensione a conoscere e a scoprire luoghi nuovi, lontani da casa. Viaggiare è nutrire questa curiosità, per scoprire ogni volta che si è pronti per una nuova destinazione, per una nuova avventura, con tutte le sorprese del caso, le attese soddisfatte come l’imprevisto. E ogni volta si parte senza un piano predefinito: alberghi, itinerari, luoghi da visitare sono affidati al caso, e ai consigli di amici e conoscenti che arrivano strada facendo. È questo che rende il viaggio affascinante per me: l’imprevedibilità e la casualità del percorso, i volti che si incrociano, gli incontri…e da qualche anno amo fermare le emozioni che mi accompagnano in scatti digitali presi dal mio smartphone che poi condivido su Instagram con i miei amici. Ad ogni scatto imparo un po’ di più dei luoghi che visito, ma soprattutto imparo un po’ di più di me stessa, di ciò che attira il mio sguardo.

L’inquietudine è l’essenza del viaggiatore. La curiosità e la voglia di conoscere, di non fermarsi, di esplorare, fanno parte del DNA dell’essere umano e genera quell’energia positiva senza la quale ci sarebbe appiattimento e mediocrità. Sarà per questo che è durante i miei viaggi che mi riconnetto con la parte più intima di me stessa, riesco ad ascoltarmi e al contempo imparo ad osservare i luoghi che mi circondano senza giudizio, ma con uno sguardo disincantato e a volte ingenuo (nel senso positivo del termine).

Il viaggio è la migliore metafora della vita e ristabilisce quel legame intimo con la propria essenza inquieta. Non ha mai una fine, perché la curiosità spinge ad esplorare nuovi luoghi, per scoprire forse qualcosa in più di noi, del nostro essere e del nostro divenire. Penso ci si stanchi di viaggiare solo quando si è stanchi della vita.

A chi pensa che viaggiare è un lusso troppo costoso, rispondo che oggi più di ieri si può viaggiare spendendo poco: dai voli low cost all’airbnb si può viaggiare con attenzione al portafogli, che è un modo di esplorare essenziale ed autentico. È così che si incontrano prima le persone dei luoghi, o meglio si conoscono nuovi paesi attraverso i volti e le parole delle persone che si incontrano.


Concludo dicendo che i viaggi sono uno dei pochi esempi che spendendo ci si può arricchire, tornando a casa con esperienze che ci hanno cambiato e fatto crescere.

Una citazione che amo e che riporto frequentemente è questa, di Sant’Agostino: il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina.
Newport, 21 agosto 2016