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Le sfide che le imprese oggi devono affrontare sono molteplici e vanno ben oltre cio’ che comunemente viene chiamata “crisi”. La continua globalizzazione, l’evoluzione dei modelli di business, la trasformazione digitale creano problemi gestionali quotidiani, nella stessa misura pero’ alle opportunita’ che si generano, che possono diventare vantaggi competitivi se correttamente indirizzati e gestiti.

Queste sfide continue richiedono soluzioni multidimensionali, capaci cioè di abbracciare diversi aspetti della realtà aziendale: dalle capacita’ cognitive, a quelle interpretative, creative, di sviluppo, di implementazione. Tutto questo nella consapevolezza di muoversi in un contesto altamente ambiguo e incerto e che le probabilita’ di sbagliare sono una componente imprescindibile delle nuove regole di gioco.

Questa multidimensionalita’ del processo di cambiamento e di innovazione e’ l’aspetto chiave del “Design Thinking”.

Sviluppato dal fondatore di IDEO David Kelley, il Design Thinking è definito come:

“a human-centered approach to innovation that draws from the designer’s toolkit to integrate the needs of people, the possibilities of technology, and the requirements for business success.”

Il metodo si concentra quindi su tre elementi principali:

le persone, la tecnologia e il business.

Tutti questi aspetti evolvono intorno al cliente.

L’integrazione di questi tre fattori richiede che chi e’ coinvolto nel processo di innovazione sia allo stesso tempo analitico ed empatico, razionale ed emotivo, metodico ed intuitivo. Alcuni ricercatori chiamano questo tipo di ragionamento dualistico “abductive thinking”, per differenziarlo dal ragionamento razionale deduttivo e induttivo.

L’abductive thinking significa pensare in modo completamente nuovo a possibilità future che non sono ancora presenti nei modelli esistenti. Si può dire quindi che e’ un modo di pensare in cui sentimenti ed emozioni sono importanti tanto quanto la razionalità.

Il Design Thinking nella sua accezione piu’ allargata, e’ quindi applicabile in ogni ambito sociale, non solo al business. E’ un processo per creare e sviluppare idee innovative e per risolvere problemi. Non e’ quindi limitato ad un’area o ad una competenza specifica. Pur traendo le sue origini dal Design, la sua applicazione va ben oltre il mondo dei designers, trovando collocazione nella scienza, nella medicina, nell’ingegneria ecc.

Le aziende per crescere e rimanere redditizie e competitive devono saper innovare con continuita’. E’ un processo che puo’ essere applicato anche all’interno di funzioni aziendali come l’HR, la finanza, il marketing o nelle diverse fasi del ciclo di vita di un’organizzazione, come ad esempio nella fase di avvio di un’impresa come e’ quella che comunemente si chiama start-up.

Ma come avviene il processo del Design Thinking?

Come già’ accennato, il cliente guida lo stato attuale e gli sviluppi futuri dell’azienda. E’ quindi il fulcro nel processo di avvio o di cambiamento del prodotto o dell’organizzazione.

Prodotti e servizi, siano essi consegnati a clienti interni all’azienda o esterni, devono creare valore intrinseco e colmare specifiche esigenze o bisogni. Questo non può essere fatto senza che il cliente sia parte integrante dell’intero ciclo di vita del prodotto. Il cliente diventa quindi il principale punto focale del processo per qualsiasi soluzione si voglia o possa raggiungere.

Oltre a questo, il Design Thinking applica costantemente valori quali:

  • Empatia: consente di comprendere l’altro, “entrare nei panni” del proprio cliente
  • Ambiguità: in contesti ambigui e incerti si riscoprono valori come l’ingenuita’, quella capacita’ di inseguire opportunita’ che sembrano impossibili e irraggiungibili
  • Multidisciplinarieta’ e diversità: consente di sfruttare le potenzialita’ delle esperienze collettive, del lavoro di team, dei diversi punti di vista, dei diversi approcci nella soluzione del problema.

La metodologia, o filosofia, del Design Thinking e’ molto più complessa e articolata di quanto espresso fin qui e c’e’ molta biografia intorno a questo tema. Basti pensare che e’ diventato un percorso di studi in molte universita’ e business school del mondo.

Un grande inventore e innovatore, il cui pensiero e’ stato accostato al Design Thinking e’ Thomas Edison.

Il genio di Edison si può riscontrare nella sua capacità di concepire un mercato pienamente sviluppato attraverso la scoperta della lampadina, non semplicemente di un prodotto fine a se stesso. E’ stato in grado di immaginare come la gente avrebbe potuto utilizzare la sua invenzione e ha progettato sulle basi di questa sua intuizione. Naturalmente non era un preveggente, non aveva la sfera di cristallo, ma ha sempre tenuto in grande considerazione le esigenze e le preferenze delle persone.

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Per concludere vorrei quindi riportare alcune citazioni di Edison, storiche, che bene sintetizzano il Design Thinking e l’approccio che ogni innovatore, startupper dovrebbe avere:

“Non mi scoraggio perché ogni tentativo sbagliato scartato è un altro passo avanti.”

“I tre elementi essenziali per ottenere qualsiasi cosa valga la pena avere sono; primo, duro lavoro, secondo, la persistenza e terzo, il buonsenso.”

“Le persone non sono ricordate per il numero di volte che falliscono, ma per il numero di volte che hanno successo”.

“Non ci sono regole qui attorno. Stiamo cercando di realizzare qualcosa”.

“Per inventare, hai bisogno di una buona immaginazione e di un ammasso di robaccia.”