“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”.
(da Il mondo come io lo vedo di Albert Einstein)

Quali insegnamenti possiamo trarre da queste parole del grande genio che fu Albert Einstein?

1. Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose.
Serve inventiva, ma prima ancora la capacità di mettersi in gioco. Ma affinché non rimanga solo una bella assunzione, è necessario saper affrontare il rischio. Vivere è rischioso, accettarlo è il primo passo verso il cambiamento.

2. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza . Se nella corsa ti concentri a guardare gli ostacoli e non la meta, senza prendere una prospettiva più alta, si finirà per inciampare sopra ogni problema. La vera competenza è nel dare valore alle soluzioni, alle sfide, piuttosto che agli errori e alle difficoltà.

3. Senza crisi non c’è merito. Solo chi sa affrontare la crisi come un’opportunità saprà mettere a frutto il suo talento. Il merito consiste nel talento di convertire la crisi in opportunità, di uscire dal seminato, di vedere gli stessi percorsi da prospettive diverse, nuove.

4. L’unica crisi pericolosa è la tragedia di non voler lottare per superarla. Chi si arrende, non ha merito ne’ competenza. Questo è l’unico rischio vero, perché non permette di uscire dalla crisi.
Solo chi non è capace di immaginare l’uscita da una situazione pericolosa, prefigurare scenari nuovi, è la vera vittima della crisi.