“Oggi e’ il giorno in cui la UK ha votato per l’uscita dall’unione europea, Londra vorrebbe diventare città-stato, la Scozia vuole l’indipendenza dalla UK per rimanere in Europa, 30 milioni di americani vogliono la cittadinanza canadese per paura che vinca Trump e l’Islanda rischia di vincere il campionato europeo del pallone.Tutto questo va bene per chi fa innovazione, perché fa cose che non sono mai state fatte, e tutto sommato la #exit per le startup e’ una bella cosa!”

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Così stamattina ha aperto la tavola rotonda Emil Abirascid in Assolombarda durante la University Startup Competition organizzata da Junior Achievement Italia (video): 50 studenti finalisti individuati nel corso di 14 competizioni d’Ateneo. 16 progetti imprenditoriali in gara, un vincitore BTeam, dell’università Tor Vergata, una science based startup che ha reso economico ed efficiente il bromotimolo.

Una mattinata strana quella di oggi:

da una parte ci siamo svegliati con un’Europa che non e’ più la stessa, a seguito di una consultazione popolare che ha scelto per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, decisione presa da una parte della popolazione per lo più ultra-sessantenne, come si vede dall’immagine allegata:
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Una situazione in cui gli anziani decidono il futuro dei giovani, che invece volevano rimanere in Europa, un’Europa che senza capacità di innovazione non ha nessuna possibilità di crescita e di futuro, e’ quella che emerge dalla sintesi della giornata di oggi.

Fare innovazione significa abbracciare la diversità, il confronto , il dialogo. Fare innovazione significa costruire ponti non muri. Significa vivere nell’incertezza del domani, del saper accettare il rischio intrinseco in ogni decisione e saper prendere decisioni in fretta.

Quest’Europa, oggi più di ieri, non sarà forse la culla per fare innovazione, per molti motivi economici e culturali insieme, ma dovrà trovare il modo per lasciare lo spazio che i giovani chiedono, per il loro e il nostro futuro.
La gerontocrazia e la mediocrazia non possono avere la meglio. Ora i giovani italiani non hanno nemmeno più la chimera di fare le valigie verso la capitale europea delle startup e dell’innovazione tecnologica, perché europea non lo è più.
Rimbocchiamoci le maniche a casa nostra, forse e’ l’occasione per Milano per trattenere talenti ed attrarre coloro che avevano fatto la scelta di trasferirsi a Londra in cerca di un futuro migliore.